La professione dell’analista e del progettista software: i dati di Almalaurea
Come si diventa analista e progettista software. AlmaLaurea analizza le caratteristiche formative e occupazionali dei laureati che svolgono questo lavoro.
I dati AlmaLaurea su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati permettono di tracciare l’identikit dell’analista e progettista software. Il focus analizza le performance formative di 1.416 laureati magistrali del 2011, che a cinque anni dal titolo dichiarano di svolgere la professione di analista e progettista software. Giovani che hanno conseguito una laurea magistrale biennale in ambito soprattutto ingegneristico (63%) e scientifico (23%). Si tratta in particolare di laureati delle classi di laurea di Ingegneria informatica (34%) e Informatica (17%), ma anche Ingegneria gestionale e delle telecomunicazioni (entrambe 7%) e Ingegneria elettronica (6%).
Si tratta di una professione maggiormente diffusa tre gli uomini (80%), intrapresa da laureati provenienti da contesti familiari in cui la presenza di un titolo di laurea è in linea con la media del complesso dei laureati (29 su cento hanno almeno un genitore con il titolo di laurea); lo status economico, invece, è inferiore a quello del complesso dei laureati (il 16% proviene da famiglie economicamente avvantaggiate rispetto alla media del 19%).
Raggiungono il titolo universitario a 26,6 anni, sono pertanto più giovani della media (27,5 anni). Al più terminano gli studi entro un anno fuori corso (73% contro il 77%) con un voto medio di laurea pari a 106,9, in linea con la media. Nel loro curriculum formativo sono sì presenti i tirocini svolti durante gli studi, ma in misura di gran lunga inferiore alla media (38% contro il 47%); le esperienze internazionali sono in linea con la media (15% contro il 14%). Si dichiarano decisamente soddisfatti del percorso universitario appena concluso tanto che, potendo tornare ai tempi dell’iscrizione, il 72% sceglierebbe lo stesso corso e lo stesso ateneo (è il 65% a livello complessivo).
Condizione occupazionale. Nell’analisi della figura professionale dell’analista e progettista software è fondamentale tenere presente che quasi la metà, una volta terminati gli studi universitari, prosegue con la formazione post-laurea: in particolare stage in azienda (26%). Il 75% inizia a lavorare una volta portato a casa il titolo di laurea (rispetto al 67% della media) e la prima occupazione post-laurea arriva molto velocemente: entro i 6,3 mesi rispetto agli 11,1 mesi del complesso dei laureati magistrali occupati.
Si inseriscono soprattutto in ambito privato (97% contro il 74% del complesso dei laureati), dove lavorano in particolare con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato (87% contro il 52%). Anche la retribuzione è elevata: 1.666 euro contro 1.390 euro netti mensili della media. Lavorano in particolare in ambito informatico (61%) e, in misura minore, nell’industria metalmeccanica e meccanica di precisione (8%). Seppur in misura inferiore alla media complessiva, per la metà degli analisti e progettisti software il titolo universitario acquisito è considerato efficace per lo svolgimento del proprio lavoro; a questi si aggiunge un altro 41% per i quali il titolo è comunque abbastanza efficace; il 47% dichiara di utilizzare le competenze apprese all’università in misura elevata. La soddisfazione complessiva per il lavoro svolto è buona e pari a 7,4 punti su una scala da 1 a 10, in linea con la media.
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